E’ l’applicazione del momento: si chiama YO e permette di inviare un messaggio: “YO”, che può significare tutto quello che vuoi: “ti sto pensando”, “OK”, “sei un tipo giusto”, lo squillo per dire “sono sotto casa, scendi”… insomma, la comunicazione portata all’estrema sintesi.
L’applicazione è stata sviluppata in otto ore, a dimostrazione del fatto che quelle vincenti non sono necessariamente complicate dal punto di vista tecnologico: basta l’idea geniale. Il suo sviluppatore, un 32enne israeliano appena trasferito a San Francisco per lavorare full-time sul progetto, ha già ricevuto un milione di dollari per sviluppare il progetto da parte di alcuni finanziatori.
Secondo Wikipedia “Yo è interiezione dello slang inglese americano. È spesso utilizzata in forma di saluto, simile all’espressione “ehi”, ma ha altri significati in dipendenza dal tono, contesto, e situazione. L‘espressione è apparsa alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso a Filadelfia, Pennsylvania, tra gli italoamericani e gli afromericani. Probabilmente nata tra i discendenti degli immigrati siciliani e la parola “io”. Fece la sua prima comparsa letteraria nel romanzo di Jack Kerouac Sulla strada, edito nel 1957“.
E non importa se un gruppo di studenti ha già violato il sistema di sicurezza dell’applicazione appropriandosi dei numeri di telefono degli iscritti – quel che conta è l’idea. Mentre lavora dunque per sistemare il “baco”, lo sviluppatore pensa ai possibili utilizzi da parte delle aziende, che per esempio potrebbero mandare degli “YO” per avvisare in caso di promozioni.
E la comunicazione? Dai “Like” di Facebook associati ad un pensiero, dai 140 caratteri di Twitter per commentare un evento, si passerà ora al semplice “YO” – un messaggio non fraintendibile, perché l’interpretazione dipenderà dal mittente, dalla situazione e dal momento. Allora facciamo un ripasso di empatia, è arrivato YO!